Dritte per il radioascolto utility


Assumendo che la nostra stazione sia dotata di antenne e ricevitori adeguati, le opportunità di ascoltare traffico sono funzione di:
  1. lunghezza delle comunicazioni
  2. numero di canali monitorabile
  3. tempo a disposizione
C'è una pagina interessante di Brooke Clarke N6GCE (parzialmente tradotta qui) che spiega dettagliatamente le relazioni matematiche tra i tre elementi.

Il primo punto è una variabile indipendente, sulla quale al massimo possiamo adattare il nostro comportamento secondo quanto indica Brooke: più breve la durata della comunicazione e maggiori probabilità abbiamo di intercettarla se esploriamo piccoli segmenti di spettro in successione.

Sul secondo punto le soluzioni sono essenzialmente tecnologiche. Il numero di canali esplorabile può essere aumentato:

Possiamo affrontare il terzo punto riducendo artificialmente il tempo di stand-by tra una comunicazione e l'altra. E' sufficiente poter registrare l'audio in uscita dalla nostra radio solo quando sia presente una comunicazione, esaminando il "raccolto" in secondo tempo. L'efficacia varia a seconda dell'utenza monitorata, ma una riduzione di dieci volte dei tempi non è rara. Ovviamente si perde l'emozione della diretta, ma rispetto a perdere del tutto la comunicazione è un bel passo avanti.
Ci sono diversi modi, più o meno raffinati, per farlo.

Il metodo della registrazione è più efficace per V/UHF, dove i segnali sono facilmente discriminabili con lo squelch. In onde corte è più complicato sia perché alcune radio non ne dispongono, sia perché i segnali fluttuano. Quando l'audio sia disponibile in formato digitale (.WAV, .MP3 ecc.) possiamo ovviare con un'analisi grafica del segnale. Tra gli altri Audacity, ottimo software gratuito, visualizza lo spettro del file che ascoltiamo. Ad occhio sono facilmente distinguibili i momenti di traffico da quelli ove sia presente solo rumore di fondo.

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